*Attenzione: la seguente biografia è
frutto di una ricerca personale che prende informazioni da varie fonti: i siti http://www.storiadellafotografia.it/; da erticoli e
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pubblicazioni “I Grandi Fotografi” edito da Fabbri e curato da Romeo Martinez e Bryn Cambpell,
“I Grandi Fotografi, Testimonianze e Visioni del Nostro Tempo: Magnum Photos”
edito da Hachette e Il Sole 24 Ore in collaborazione con Contrasto (http://www.contrasto.it/), “FotoNote”
edito dalla Contrasto, “Breve Storia della Fotografia” di Jean-A. Keim edito da
Enaudi.
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Lewis Caroll, pseudonimo di
Charles Lutwidge Dodgson
Lewis Carroll, pseudonimo
di Charles Lutwidge Dodgson nato a Daresbury il 23 gennaio 1832 e morto a
Guildford il 14 gennaio 1898, è stato scrittore, matematico, fotografo e
logico britannico, celebre per i romanzi Alice nel Paese delle Meraviglie
e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, opere apprezzate da una gran varietà di lettori.
La
famiglia Dodgson era del nord Inghilterra, con sangue irlandese, Anglicana e
conservatrice.
Charles
nacque a Daresbury, terzo di undici fratelli . Quando Charles aveva 11 anni, la
famiglia si trasferì nello Yorkshire, dove rimasero per 25 anni.
Nei
primi anni della sua vita, Charles studiò a casa, con un precettore. Il
registro delle sue letture, testimonia quanto fosse precoce; a sette anni lesse
il romanzo allegorico religioso Il viaggio del pellegrino di John Bunyan.
Soffriva di balbuzie, problema che
ebbe effetti negativi sulla sua vita sociale.
A
dodici anni fu mandato a studiare presso una scuola privata a Richmond, e passò
alla Rugby School, nel 1845, nella quale
si è portati a credere, da scritti dello stesso Dogson, che subì violenze sessuali dai preti.
Dodgson
lasciò la scuola di Rugby nel 1850, iscrivendosi poi alla Christ Church di Oxford.
Qui ricevette la notizia che sua madre era morta di "infiammazione del
cervello" (meningite o ictus).
Qualsiasi
fossero i sentimenti di Dodgson per la morte della madre, non lasciò che lo
distraessero dagli studi. Era eccezionalmente dotato, e ricevette numerosi riconoscimenti
formali per i suoi notevoli risultati.
A
Oxford gli fu anche diagnosticata una forma di epilessia, problema che all'epoca era un fardello sul piano
sociale. Recentemente, John Hughes, direttore della clinica di epilessia dell'Università
dell'Illinois, ha sostenuto che la diagnosi era sbagliata. Carroll soffriva
probabilmente di una forma emicranica
detta emicrania con aura, dove il
dolore emicranico è preceduto da particolari sintomi neurologici simili per
certi versi all'epilessia (perdita parziale del campo visivo, visione di luci a
zig zag). Molti sostengono che questa
sintomatologia abbia ispirato alcuni elementi delle sue opere.
Nel 1856,
Dodgson iniziò a interessarsi alla fotografia, alla quale fu introdotto
dapprima da uno zio, più tardi da un amico di Oxford ed infine dal pioniere
della fotografia Oscar Rejlander.
La
fotografia si rivelò uno strumento ideale per esprimere la sua filosofia
personale, centrata sull'idea della divinità di ciò che Dodgson chiamava "bellezza": uno stato di grazia, di
perfezione morale, estetica e fisica. Dodgson trovava questa bellezza nel teatro,
nella poesia, nelle formule matematiche e soprattutto nella figura umana. In
seguito, giunse a identificare questa idea di bellezza con il recupero
dell'innocenza perduta dell'Eden. Come ebbe a notare il suo biografo Morton
Cohen, con questa visione decisamente poco vittoriana Dodgson "rifiutava
il principio calvinista del peccato originale, sostituendolo con il concetto
opposto di divinità innata".
La
visione artistica e filosofica di Dodgson domina il suo approccio alla fotografia.
Dal saggio Lewis Carroll, Photographer di Roger Taylor (2002), che
contiene tutte le foto di Dodgson ancora in nostro possesso, risulta che oltre
la metà dei suoi lavori erano ritratti di bambine. La maggior parte delle
ragazze ritratte scrivevano il proprio nome in un angolo della stampa, per cui
i loro nomi sono quasi tutti noti. La sua modella preferita era Alexandra
Kitchin "Xie"; Dodgson la ritrasse circa cinquanta volte fra i 5 e i
16 anni. Nel 1880 cercò di ottenere il permesso di fotografarla in costume da
bagno, senza riuscirvi.
Si
pensa che Dodgson abbia distrutto o restituito, le fotografie di nudo;
tuttavia, almeno sei stampe son sopravvissute. Il fatto che Dodgson
fotografasse o disegnasse ragazzine nude ha contribuito alla tesi che fosse un pedofilo.
Scopo
primario di queste fotografie era esorcizzare le violenze subite alla Rugby
School; altro obiettivo della fotografia di Dodgson è quello di liberarsi del
fardello della simbologia vittoriana, ritraendo le sue giovani modelle più come
fate, libere creature dei boschi, che come beneducate damigelle della buona
società inglese.
Dodgson
utilizzò la fotografia anche per introdursi nei circoli sociali più esclusivi.
Fece ritratti per personaggi di spicco del suo tempo come John Everett Millais,
Ellen Terry, Dante Gabriel Rossetti, Julia Margaret Cameron e Alfred Tennyson.
Si dedicò anche a qualche paesaggio e qualche studio di anatomia.
Fra il 1854
e il 1856 Dodgson iniziò a pubblicare poesie e racconti su riviste nazionali e
locali.
Diversi
anni prima di Alice iniziò a pensare come realizzare libri per bambini
che potessero vendere bene.
Quando
giunse alla Christ Church un nuovo rettore, Henry Liddell, Dodgson ne divenne
ottimo amico di famiglia e in particolare della signora e dei figli. Con le tre
figlie Ina, Alice e Edith era solito fare giri in barca. Fu durante una di
queste gite, nel 1862, che Dodgson inventò le linee generali di una storia
fantastica per divertire le tre bambine. Alice Liddell lo pregò di metterla per
iscritto. Ne nacque un manoscritto intitolato Alice's Adventures Under
Ground. In seguito Dodgson si decise a sottoporre il libro all'editore
MacMillan, che lo apprezzò molto. Furono necessarie diverse revisioni finché
nel 1865 vide finalmente la luce Le
avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, firmato da "Lewis
Carroll", con illustrazioni di John Tenniel.
Il
libro ebbe un successo immediato e travolgente, e "Lewis Carroll"
divenne presto un amatissimo e famosissimo personaggio pubblico, quasi un alter
ego che conduceva una vita propria, parallela a quella di Dodgson. Al nome
"Lewis Carroll"
vennero associati gradualmente una serie di miti, incentrati sull'idea che si
trattasse di un personaggio bizzarro, quasi venuto da un mondo fatato fatto di
bambine e magia. Dodgson continuò a insegnare fino al 1881; rimase alla Christ
Church fino alla morte, avvenuta nel 1898 per bronchite, conducendo la sua
solita vita; ma Carroll continuò a scrivere. Nel 1872 pubblicò Attraverso lo
specchio e quel che Alice vi trovò.
Smise
improvvisamente di fotografare nel 1880, dopo 24 anni di attività e oltre 3000
foto; meno di un terzo di queste sono sopravvissute; alcune sono state
deliberatamente bruciate dallo stesso autore. È andato perduto anche il diario
in cui Dodgson annotava minuziosamente le condizioni in cui aveva realizzato
ciascuno scatto.
Dimenticato
dal 1920 al 1960 a causa dell'avvento del modernismo, Dodgson viene considerato
uno dei più grandi fotografi dell'epoca vittoriana, e certamente uno di quelli
che ha maggiormente influito sulla fotografia artistica moderna.
Socialmente
ambizioso, voleva a tutti i costi fare qualcosa per cui essere ricordato,
inizialmente come scrittore o come pittore. La fotografia fu all'inizio un
ripiego rispetto alla pittura, nella quale Dodgson pensava di non essere
dotato.
Nonostante
la sua vita fosse focalizzata sulla dimensione sociale, Dodgson coltivava una
ricca vita spirituale, che emerge sporadicamente nei suoi scritti. Commentando
una canzone che compariva nel romanzo Alton Locke di Charles Kingsley
ebbe a dire:
« È una
bellissima canzone ... mi chiedo se
alcuno dei presenti sia entrato nello spirito di Alton Locke. Non credo. Penso
che il carattere delle persone che incontro sia nella maggior parte dei casi
quello di un raffinato animale ... Come sono pochi quelli che sembrano
occuparsi di ciò che realmente conta nella vita».
I testi
Alice nel paese delle meraviglie e Alice attraverso lo specchio, nascondono
sottili giochi matematici, sintomo
della grande intelligenza e genialità di questo autore.
Si è
propensi a credere che Carol fosse anche affetto da autismo.