giovedì 2 agosto 2012

Roger Fenton


*Attenzione: la seguente biografia è frutto di una ricerca personale che prende informazioni da varie fonti: i siti http://www.storiadellafotografia.it/; da erticoli e recnesioni pubblicati dalle pagine artistiche e culturali di http://www.corriere.it/,  http://www.repubblica.it/,  http://www.ilsole24ore.com/, http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale; le pubblicazioni “I Grandi Fotografi” edito da Fabbri  e curato da Romeo Martinez e Bryn Cambpell, “I Grandi Fotografi, Testimonianze e Visioni del Nostro Tempo: Magnum Photos” edito da Hachette e Il Sole 24 Ore in collaborazione con Contrasto (http://www.contrasto.it/), “FotoNote” edito dalla Contrasto, “Breve Storia della Fotografia” di Jean-A. Keim edito da Enaudi.
*ATTENZIONE: il presente articolo può essere utilizzato solo per fini didattici  e informativi ed è consentita la pubblicazione con indicazione di firma, data e sito dell’autore (http://www. rephotowriter.blogspot.it /), si chiede gentilmente di comunicarlo all’autore (danyre@hotmail.it)


Roger Fenton

Roger Fenton nasce a Heywood, Inghilterra, il 20 marzo 1829, muore a Londra l’8 agosto 1869 a soli quarant’anni d’età.
Nel 1841, ancora giovanissimo, si reca a Parigi per studiare diritto e fare pratica di pittura presso l’atelier del pittore Paul Delaroche, dove conosce il futuro fotografo Gustave Le Gray.
Negli anni successivi, fino al 1851, effettua numerosi viaggi e soggiorni a Parigi imparando le tecniche fotografiche e specializzandosi tanto da decidere di intraprendere l’attività di fotografo.
Nel 1852 si reca in Russia dove esegue numerose riprese fotografiche, sia relative alla costruzione di un ponte sospeso sul fiume Dniepr, sia nelle città di Kiev, Mosca e San Pietroburgo.
Nel 1853 è già un fotografo affermato in Gran Bretagna, fonda la Royal Photographic Society e dall’anno successivo comincia ad eseguire ritratti della famiglia reale inglese.
E’ in virtù del suo impegno presso la Royal Photographic Society che nel 1854 avrà l’incarico di fotografo ufficiale della guerra di Crimea, diventando il primo reporter di guerra della storia della fotografia.
Il governo britannico aveva fin dall’inizio valutato l’importanza di documentare fotograficamente il conflitto, ma senza successo: per questo motivo nel 1854 viene chiesto l’aiuto della Royal Photographic Society e Fenton si offre volontariamente come operatore.
Ottenuti finanziamenti dal Ministero della Guerra, dalla Corona e da un editore di libri illustrati, progetta e si fa costruire un carro fotografico capace di trasportare trentasei casse contenenti il materiale sensibile nonché le attrezzature da ripresa e stampa; vi sono caricate circa 700 lastre al collodio e l’interno è praticamente formato da una serie di camere oscure: all’esterno appare la scritta “Photographic Van”.
Fenton affronta due viaggi in Crimea.
Durante il primo viaggio documenta  crudeltà e  crudezza della guerra, gli scontri e i massacri riprendendo immagini di morti ammazzati sui campi di battaglia e gli ammassi dei cadaveri.
in condizioni logistiche e di ripresa estremamente critiche, sia per quanto riguarda l’aspetto specificamente tecnico/fotografico, sia per i rischi personali a cui deve esporsi.
Uno dei primi problemi tecnici incontrati è la temperatura del luogo, tale da deteriorare rapidamente i bagni di sensibilizzazione,  sviluppo e fissaggio; il materiale fotosensibile che egli utilizza, le lastre al collodio umido, richiedono di essere immerse nella soluzione di sali d’argento pochi minuti prima dell’esposizione e di venire sviluppate subito dopo, così che egli è costretto a lavorare soprattutto all’alba quando il calore non è ancora tale da compromettere tutto.
Altro problema è la necessità di nascondere l’ingombrante carro ai tiri dell’artiglieria russa, che sembra accanirsi sul misterioso veicolo, ritenendolo probabilmente un obiettivo importante dal punto di vista militare.
Tornato in Inghilterra viene criticato e il suo lavoro non viene pubblicato perché ritenuto troppo violento dalla corona inglese.
Nel febbraio 1855 è pronto a partire e si imbarca sulla nave Hecla con destinazione Crimea.
Rimane sul teatro di guerra da marzo a giugno 1855, realizzando circa 360 fotografie.
Il taglio che Fenton dà alle sue immagini è quello della documentazione di una impresa militare per conto del governo che l’ha promossa: si tratta quindi di immortalare i luoghi, i personaggi, le truppe senza mostrare però gli aspetti più tragici e terribili delle battaglie come le distese dei morti dopo gli assalti o le sofferenze dei feriti e dei mutilati.
Le sue foto insomma sono tali da far rendere accettabile all’opinione pubblica inglese la spedizione in Crimea e ciononostante l’insieme delle immagini costituisce un reportage di grande interesse, in quanto per la prima volta vengono mostrate le realtà degli accampamenti militari e  delle fortificazioni.
E’ naturalmente molto rilevante anche l’aspetto più squisitamente documentario, trattandosi, a prescindere dalle vicende belliche, di luoghi così lontani dall’Inghilterra.
A giugno viene contagiato dal colera che sta mietendo vittime così numerose tra i soldati britannici che alla fine della guerra il numero dei morti per malattie sarà superiore a quello dei caduti in combattimento; è costretto a rientrare in patria pochi mesi prima della decisiva battaglia di Sebastopoli, la cui caduta, nel mese di settembre, sarà invece documentata appunto da Felice Beato e da James Robertson.
Al suo ritorno viene allestita a Londra una mostra fotografica nella quale espone 312 immagini.
La sua carriera di fotografo è legata praticamente alle sole riprese eseguite in Crimea e al fatto di essere stato il primo a documentare una guerra: nel 1862 abbandona la professione e vende l’attrezzatura.