*Attenzione: la seguente biografia è
frutto di una ricerca personale che prende informazioni da varie fonti: i siti http://www.storiadellafotografia.it/; da erticoli e
recnesioni pubblicati dalle pagine artistiche e culturali di http://www.corriere.it/, http://www.repubblica.it/, http://www.ilsole24ore.com/, http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale; le
pubblicazioni “I Grandi Fotografi” edito da Fabbri e curato da Romeo Martinez e Bryn Cambpell,
“I Grandi Fotografi, Testimonianze e Visioni del Nostro Tempo: Magnum Photos”
edito da Hachette e Il Sole 24 Ore in collaborazione con Contrasto (http://www.contrasto.it/), “FotoNote”
edito dalla Contrasto, “Breve Storia della Fotografia” di Jean-A. Keim edito da
Enaudi.
*ATTENZIONE:
il presente articolo può essere utilizzato solo per fini didattici e informativi ed è consentita la
pubblicazione con indicazione di firma, data e sito dell’autore (http://www. rephotowriter.blogspot.it
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Roger Fenton
Roger
Fenton nasce a Heywood, Inghilterra, il 20 marzo 1829, muore a Londra l’8 agosto
1869 a soli quarant’anni d’età.
Nel
1841, ancora giovanissimo, si reca a Parigi per studiare diritto e fare pratica
di pittura presso l’atelier del pittore Paul Delaroche, dove conosce il futuro
fotografo Gustave Le Gray.
Negli
anni successivi, fino al 1851, effettua numerosi viaggi e soggiorni a Parigi
imparando le tecniche fotografiche e specializzandosi tanto da decidere di
intraprendere l’attività di fotografo.
Nel
1852 si reca in Russia dove esegue numerose riprese fotografiche, sia relative
alla costruzione di un ponte sospeso sul fiume Dniepr, sia nelle città di Kiev,
Mosca e San Pietroburgo.
Nel
1853 è già un fotografo affermato in Gran Bretagna, fonda la Royal Photographic
Society e dall’anno successivo comincia ad eseguire ritratti della famiglia
reale inglese.
E’ in
virtù del suo impegno presso la Royal Photographic Society che nel 1854 avrà
l’incarico di fotografo ufficiale della guerra di Crimea, diventando il primo
reporter di guerra della storia della fotografia.
Il
governo britannico aveva fin dall’inizio valutato l’importanza di documentare
fotograficamente il conflitto, ma senza successo: per questo motivo nel 1854
viene chiesto l’aiuto della Royal Photographic Society e Fenton si offre
volontariamente come operatore.
Ottenuti
finanziamenti dal Ministero della Guerra, dalla Corona e da un editore di libri
illustrati, progetta e si fa costruire un carro fotografico capace di
trasportare trentasei casse contenenti il materiale sensibile nonché le
attrezzature da ripresa e stampa; vi sono caricate circa 700 lastre al collodio
e l’interno è praticamente formato da una serie di camere oscure: all’esterno
appare la scritta “Photographic Van”.
Fenton
affronta due viaggi in Crimea.
Durante
il primo viaggio documenta crudeltà
e crudezza della guerra, gli scontri e i
massacri riprendendo immagini di morti ammazzati sui campi di battaglia e gli
ammassi dei cadaveri.
in
condizioni logistiche e di ripresa estremamente critiche, sia per quanto
riguarda l’aspetto specificamente tecnico/fotografico, sia per i rischi
personali a cui deve esporsi.
Uno dei
primi problemi tecnici incontrati è la temperatura del luogo, tale da
deteriorare rapidamente i bagni di sensibilizzazione, sviluppo e fissaggio; il materiale
fotosensibile che egli utilizza, le lastre al collodio umido, richiedono di
essere immerse nella soluzione di sali d’argento pochi minuti prima
dell’esposizione e di venire sviluppate subito dopo, così che egli è costretto
a lavorare soprattutto all’alba quando il calore non è ancora tale da
compromettere tutto.
Altro
problema è la necessità di nascondere l’ingombrante carro ai tiri
dell’artiglieria russa, che sembra accanirsi sul misterioso veicolo, ritenendolo
probabilmente un obiettivo importante dal punto di vista militare.
Tornato
in Inghilterra viene criticato e il suo lavoro non viene pubblicato perché
ritenuto troppo violento dalla corona inglese.
Nel febbraio
1855 è pronto a partire e si imbarca sulla nave Hecla con destinazione Crimea.
Rimane
sul teatro di guerra da marzo a giugno 1855, realizzando circa 360 fotografie.
Il
taglio che Fenton dà alle sue immagini è quello della documentazione di una
impresa militare per conto del governo che l’ha promossa: si tratta quindi di
immortalare i luoghi, i personaggi, le truppe senza mostrare però gli aspetti
più tragici e terribili delle battaglie come le distese dei morti dopo gli
assalti o le sofferenze dei feriti e dei mutilati.
Le sue
foto insomma sono tali da far rendere accettabile all’opinione pubblica inglese
la spedizione in Crimea e ciononostante l’insieme delle immagini costituisce un
reportage di grande interesse, in quanto per la prima volta vengono mostrate le
realtà degli accampamenti militari e delle fortificazioni.
E’
naturalmente molto rilevante anche l’aspetto più squisitamente documentario,
trattandosi, a prescindere dalle vicende belliche, di luoghi così lontani
dall’Inghilterra.
A
giugno viene contagiato dal colera che sta mietendo vittime così numerose tra i
soldati britannici che alla fine della guerra il numero dei morti per malattie
sarà superiore a quello dei caduti in combattimento; è costretto a rientrare in
patria pochi mesi prima della decisiva battaglia di Sebastopoli, la cui caduta,
nel mese di settembre, sarà invece documentata appunto da Felice Beato e da James
Robertson.
Al suo
ritorno viene allestita a Londra una mostra fotografica nella quale espone 312
immagini.
La sua
carriera di fotografo è legata praticamente alle sole riprese eseguite in
Crimea e al fatto di essere stato il primo a documentare una guerra: nel 1862
abbandona la professione e vende l’attrezzatura.